Mettetevi comodi. Ora vi raccontò perchè mi sono innamorato di Ubud.

A proposito fuori piove. Da più di 48 ore. Sta piovendo tantissimo a Bali in questo periodo. Però quanto è bello scrivere sotto la pioggia.

Mi ricordo l’arrivo ad Ubud dello scorso anno. Erano quasi le dieci di sera. E in questa zona dell’isola le dieci di sera sono come le quattro del mattino a Canggu o a Kuta. Qui la vita scorre lenta e alla dieci di sera rimangono accese solo le luci fioche dei warung.

Pioveva. Anche quella sera. La via della guesthouse era buia. Molto buia. C’era solo una lucina tenue sopra la porta d’ingresso. Ricordo il bellissimo sorriso di Eka che ci accoglieva nella sua casa. Sentivo un mix di paura ed eccitazione. 

Del periodo a Bali dello scorso anno vi ho già parlato parecchio. Ho scritto tanto. Ho pubblicato decine di video su YouTube. Ricordo le lacrime di emozione quando l’ultimo giorno lasciavamo lo scooter. Mentre salutavamo quei luoghi che per diverse settimane abbiamo chiamato casa, sentivo nel profondo che dovevo tornare.

Ed eccoci qua. Esattamente un anno dopo. E solo adesso ho chiaro in mente perchè mi sono innamorato di Ubud. 

Quest’anno rispetto allo scorso stiamo facendo molte meno escursioni. Un pò per le piogge, un pò perchè ci piace semplicemente vivere nel nostro piccolo villaggio di Nyuh Kuning. 

Sensazioni semplici

La mattina la sveglia è intorno alle 7. Aprire la finestra del terrazzino di casa e trovarsi immersi tra gli alberi e il canto degli uccelli è già una profonda sensazione di gratitudine. Dopo una breve meditazione e una pratica di yoga ci prepariamo per la colazione.

Mango, papaya, dragon fruit. Frutti freschissimi comprati il giorno prima nella nostra bancarella di fiducia. Proprio difronte l’Ubud Yoga center. Un pò di granola, due cucchiai di yogurt e un quadretto di cioccolato balinese. Mentre si mangia si contempla la natura. 

Il meraviglioso momento della colazione viene arricchito dal vedere le donne fare le offerte alle divinità. Piccoli cestini di bambù ornati da fiori, riso e altri piccoli oggetti. Si prega all’interno del tempio di famiglia e davanti tutti gli altarini in giro per il giardino. 

Un delicato movimento della mano scuote l’incenso dal basso verso l’alto e si purificano tutte le energie negative. 

Durante le giornate si lavora dal balcone, mentre le pause sono delle piacevoli passeggiate dalla casa fino al campo da calcio. Qui i bambini durante il giorno giocano con gli aquiloni. Mentre se piove si ci rifugia nei warung o a mangiare qualcosa al Sage. Un ristorantino vegano dove è possibile entrare scalzi e dove chiunque ti sorride.

In realtà a Bali tutti ti sorridono, anche alle sei del mattino. Anche se piove a dirotto.

Ogni tanto andiamo a lavorare all’Opini Kopi. Un carinissimo caffè in stile balinese dove un toast costa ancora un solo euro e dove i tavoli sono circondati da bellissime statue induiste. 

Il mercoledì pomeriggio la pagoda principale del villaggio, quella accanto al tempio grande, si riempie di risate e di persone. Si pratica Yoga Tertawa. Lo yoga della risata.

Tutti dovrebbero usufruirne almeno una volta alla settimana. Il maestro prima di iniziare la pratica fatta di balli e movimenti, induce le persone a ridere. Ma a ridere di pancia, nel profondo. Quanto fa bene ridere. La mattina, la sera, durante la giornata.

Il giovedì, invece, raggiungiamo il maestro Ketut per una bellissima lezione di Panavayu Yoga. Siamo gli unici occidentali all’interno di un gruppo di una decina di splendide signore balinesi. Loro praticano yoga da quando sono ragazze e i movimenti sono fluidi e delicati.

Ogni tanto si fanno due risate per i miei movimenti un pò goffi. Però l’ennesimo sorriso sincero di chi ha il cuore pieno di felicità per avere due ospiti nella loro classe decennale.

Un giretto in scooter per la parte centrale di Ubud, i negozietti, i colori del mercato, una pizza da Bagus, la spesa al Bintag. Ogni tanto incontriamo qualche simpatico macaco in giro per il villaggio in cerca di cibo. 

Mi sono innamorato di Ubud proprio per questo. Per la sua semplicità. Per la sincerità e il sorriso delle persone. Persone autentiche che ti offrono tanto e non chiedono nulla in cambio. Per la natura rigogliosa, per le luci sottili della sera. Per la bellezza che attraversa i tuoi occhi nel vedere i bambini giocare con l’aquilone pronti a volare. Leggeri.

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