Questa è la storia di Nicolò… o di Pieroad, se preferite.
Un divertente ragazzo veneto che conobbi, quasi per caso, durante un week-end invernale tra colleghi, a Bormio. In quel periodo, stava svolgendo uno stage in azienda. La sera del Sabato, per cena, me lo ritrovai di fronte a tavola. Non ricordavo bene il suo nome. In pochi minuti, capii che dietro quel ragazzo si nascondeva qualcosa di speciale. Fu solo una timida sensazione. Intanto quella sera, in quell’angolo di tavolo, il vino e le risate non mancavano mai.
Dopo poche settimane quello stage, si trasformò in un primo contratto . Il ragazzo era sveglio, in gamba, sempre preciso e disponibile. Non vi nego che anch’io lo avevo puntato. Mi sarebbe piaciuto averlo nel mio team.
Ogni giorno conoscevo Nicolò sempre meglio. Due chiacchiere al mattino appena arrivati in ufficio, le pause caffè, la giornata degli Alpini, gli aperitivi, il gioco dell’estate.
Continuavo ad avere una timida sensazione. Quel ragazzo veneto nascondeva qualcosa di speciale.
Scoprii che amava tantissimo viaggiare. Mi raccontò la sua avventura in Sicilia, durante le vacanze di Pasqua, ne rimasi piacevolmente sorpreso. Non è da tutti fare un pezzo di Sicilia a piedi.
Stava per concludersi un anno ricco di immagini. Era tempo di bilanci. Mi ricordo che ero chiuso in ufficio con la mia manager, si stava discutendo del più e del meno. Tra i tanti argomenti, chiesi di Nicolò. Davo per scontato una sua conferma definitiva, ma lo stupore arrivò all’improvviso.
Nicolò ha dato le dimissioni. Non andrà in altre aziende. Inizierà un suo progetto personale, però nessuno ancora conosce i dettagli.
Lo sapevo già dalla notte di Bormio, quel ragazzo ha stoffa da vendere. Chissà quale progetto avrà in testa, mi chiesi dentro di me.
Qualche settimana più tardi, subito dopo le vacanze di Natale, ci ritrovavamo tutti assieme in una grande sala. Nicolò, finalmente, ci avrebbe raccontato del suo famoso progetto. Come tanti quel giorno, non sapevo veramente nulla. Però già lo ammiravo. Avere il coraggio di inizare un progetto di vita personale è qualcosa di straordinario, qualunque fosse la strada da intraprendere.
Ora vi racconto il mio progetto, disse. Si percepiva una clamorosa curiosità.
Farò il giro del mondo a piedi
In quella sala arrivò dirompente un’ondata di stupore. Qualche infinito secondo di silenzio. Dal mio viso, non vi scherzo, stava per cadere una lacrima di emozione. Poi, per interrompere quell’idilliaco momento di imbarazzo, scoppiò un fragoroso applauso spontaneo.
Da quel momento ebbe inizio, almeno per noi, la storia di Pieroad.
E’ questo il nome che Nicolò scelse per la sua incredibile avventura. Tantissime furono le domande quel pomeriggio. Ma perchè Pieroad? Pier, in inglese significa molo. E’ il punto da dove le navi salpano. Road, invece, significa strada, quella che percorriamo tutti i giorni in cerca di nuove esperienze da raccontare.


Nicolò ha deciso di fare della sua vita un viaggio straordinario. Il suo sogno era quello di girare il mondo. Chi non l’ha mai sognato almeno una volta? Io lo sogno quasi tutte le sere. Svegliarmi ogni giorno davanti ad un panorama diverso. Libero da ogni fastidiosa routine. Curioso di conoscere le persone che incontrerò lungo il cammino e la sera appuntare su un diario i principali ricordi e le più intime emozioni.
Ma la cosa ancora più straordinaria è che questo giro del mondo lo farà a piedi. Perchè proprio a piedi? La risposta va ricercata nel concetto di lentezza. Non aggiungo altro.
L’idea nata in un appartamento per studenti a Parma. Un percorso bellissimo che passerà dall’Europa all’America latina, dall’Australia all’Asia, per ritornare in Europa tre anni e mezzo dopo. Le sensazioni, le emozioni, gli oggetti da portare con se, la compagnia di Ezio, i riassunti delle varie tappe.
Trovate tutto nel sito pieroad.it , cliccate e iniziate ad assaporare il gusto di questa avventura. E’ un’incredibile storia di cambiamento di vita. Lasciare il lavoro, la certezza di uno stipendio per trovare il proprio IKIGAI.
Un termine che nella nostra cultura occidentale non è nemmeno presente. La traduzione che più si ci avvicina, è quella di “senso della vita”. Tutto abbiamo il diritto e forse il dovere di trovarlo.
Solo chi trova il proprio IKIGAI riesce ad unire tutti i punti più importanti della propria esistenza, alla cui intersezione inizia il concetto di felicità. L’esercizio può sembrare difficile, ma a mio avviso è assai semplice. Basta guardarsi allo specchio e porsi la fatidica domanda:
Con la vita che sto conducendo, sono davvero felice?
Lo so non è facile trovare un’immediata risposta perchè siamo travolti dalla routine quotidiana. Le scadenze, gli obblighi che la società ci impone. Siamo costantemente schiavi della carta d’identità. Questa cosa non la posso più fare, ormai ho 40 anni. Cavolate!
Sono davvero felice? Se la risposta è si allora forse avete trovato il vostro IKIGAI, ma se la risposta è forse oppure no, dovete assolutamente fare qualcosa. Non lasciate che il tempo prende il sopravvento. Non procrastinare. La felicità va raggiunta subito o quantomeno bisogna provarci.
Trovare il proprio IKIGAI significa svegliarsi al mattino senza fastidi. Volenterosi e desiderosi di afforntare la giornata. Qualunque giorno esso sia, compreso il Lunedì. Se siamo veramente felici non esistono giorni della settimana, non esistono stagioni. Esiste solo il desiderio di fare della propria vita un’opera d’arte.
Nicolò ha trovato nel viaggio, nel giro del mondo a piedi, il suo IKIGAI.



Ho conosciuto persone che lo ritrovano nella musica, nell’insegnamento, nella cucina, nella produzione del vino. Ognuno ha il proprio, basta cercarlo. Per questo vi suggerisco un libro che ho letto durante il periodo di lockdown.
“Ikigai. Il metodo giapponese. Trovare il senso della vita per essere felici di Bettina Lemke”. Una serie di letture ed esercizi ti aiutano in questo percorso.
Sono le dieci di sera. Chissà dove sarà arrivato Nicolò? Clicco per vedere la sua posizione in tempo reale (che figata!) e vedo che si è fermato a Genova per la notte, dopo aver attraversato e visitato le meravigliose Cinque Terre.
Chissà tra quanti giorni arriverà in Francia? E chissà quando arrriverà a Madrid per prendere il suo volo verso l’America latina? Sono tante le domande che mi vengono in mente. Sto già iniziando a sognare.
Spengo il PC. Ho deciso di andare a dormire. Ripenso ancora una volta alla bellissima scelta di vita di Pieroad. Quante cose vedranno i suoi occhi e quante persone conoscerà durante il suo lento cammino.
Chissà magari potrei raggiungerlo con un aereo e fare un pezzo di strada assieme. Sarebbe fantastico. E tra un pensiero e l’altro mi addormendo, sognando la mia prossima meta.
Nicolò ha trovato il suo IKIGAI, adesso tocca a noi…
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3 Commenti
Anonimo
“Non lasciate che il tempo prende il sopravvento. Non procrastinare. La felicità va raggiunta subito o quantomeno bisogna provarci.” 🔝
Ho iniziato a seguirlo anche io, “viaggiando” così insieme a lui.
Grande Pieroad❤️
Samuele Scarpulla
👏