Partire da casa, in Veneto. Per fare il giro del mondo a piedi. Sembra la trama di un film, di un romanzo. Invece è la storia di Nicolò in arte Pieroad.
Il 9 Agosto del 2020 iniziava questa incredibile avventura (ne parlavo in questo articolo). Due anni e mezzo dopo Pieroad arriva a Ushuaia, nella punta estrema dell’Argentina. Arriva ai confini del mondo. A piedi.
Una storia fatta di lentezza, di emozioni, di persone, di luoghi che ti riempiono il cuore, ma anche di enormi sacrifici. Una preparazione fisica e mentale incredibile. Soprattutto quando sei li a pensare se davvero ne vale la pena continuare. Perchè se decidi di fare il giro del mondo a piedi capita anche questo.
Qualche giorno fa ho avuto la fortuna e il piacere di fare una live pazzesca su Instagram con Pieroad. La potete trovare sulla mia pagina instagram.
https://www.instagram.com/samuele.scarpulla/
Oppure se siete amanti delle parole e della lettura potete continuare a sognare attraverso queste parole.
I primi quattro mesi: Europa
Davanti ad un mate, sapientemente preparato e raccontato in diretta, Pieroad ci riassume il viaggio fatto fin qui. Dopo tre mesi di cammino tra Italia, Francia e Spagna, percorrendo anche un bel pezzo del Cammino di Santiago, l’arrivo al Puerto de Palos de la Frontera.
Siamo nell’estremo sud dell’Europa. Nello stesso porto dove cinquecento anni prima partiva la spedizione di Cristoforo Colombo che portò alla scoperta dell’America. Ma questa è un’altra storia.
Un traghetto portava Pieroad direttamente alla Canarie.
Basterebbero questi tre mesi di viaggio per avere materiale sufficiente per un bestseller o per un film dalle forti emozioni. Però siamo ancora all’inizio.
Preparatevi un mate anche voi, mettetevi comodi e continuiamo a sognare.
Dalle Canarie Nicolò inizia la ricerca di un passaggio in barca. Bisognava attraversare l’oceano. Chiunque avrebbe pensato ad un volo aereo. E invece no. Perché alla base di questo viaggio, fisico e spirituale, c’è la lentezza.
E qui riprendo delle meravigliose parole di Pieroad che potete trovare sul suo sito web
“La lentezza è la chiave per accedere ad un contatto speciale con luoghi e persone, è la qualità che permette di costruire storie ed esperienze che un giorno si chiameranno ricordi”.
Un mese di Canarie, un mese di ricerche. E finalmente si trova un passaggio per attraversare l’oceano. trentatrè giorni in acqua. Nessuna connessione. Nessuna terra vicina. Nessun contatto. Solo tu e il suono delle onde. Giorno e notte.
Attraversare l’oceano
Trentatré giorni di traversata. Trentatré giorni in appena quindici passi di lunghezza. Tanto era grande la barca a vela con cui Pieroad e gli altri due membri dell’equipaggio attraversarono l’Oceano Atlantico. Un capitano australiano e un ragazzo polacco.
Trentatré giorni senza Internet, senza telefono, senza nessun tipo di connessione con il mondo. Solo tu e il suono delle onde. Sconnessione con il mondo, grande connessione con se stessi. Sembra un’esperienza bellissima. Chissà.
Però ve lo immaginate stare oltre un mese in mezzo al mare?
Affrontare le tenebre della notte. Affrontare giorni di tempesta e acque gelide che non solo rallentano il viaggio, ma ti riportano indietro. E devi pure pensare alle scorte di cibo che iniziano a scarseggiare, mentre mani e piedi sono spellate per il sale e per l’umidità. Coraggio. Quanto coraggio.
Pieroad durante la live ci racconta dell’arrivo ai Caraibi. Precisamente nell’isola di Santa Lucia. Ci parla anche dei successivi giorni a veleggiare tra queste meravigliose isole.
Sembra tutto normale. Ma vi immaginate l’emozione provata quando ad occhio nudo si iniziava a vedere la terra? Dopo trentatré giorni di acqua.
Una passeggiata per l’America Latina
Da Quito ad Ushuaia è stata una lenta e continua camminata lungo l’America Latina.
Quattro mesi in Ecuador, principalmente lungo la costa e poi ancora sei mesi di camminata in Perù. Tra costa e qualche puntatina sulle Ande.
E poi un intero anno di camminata in Cile. Un anno per attraversare il paese più lungo al mondo. Ci racconta alcuni dettagli sui 1600 km del deserto di Atacama, il deserto più arido al mondo.
Dal caldo alla pioggia del sud del Cile. Giorni infiniti di acqua e freddo. Fino alla Carretera Austral, la strada delle meraviglie. 1270 km di ghiacciai, lagune, montagne.
Per ritrovarsi dopo un anno al confine con l’Argentina. Tre mesi di cammino tra Pampa e Patagonia. E infine l’arrivo a Ushuaia, la città più a sud del mondo. Dopo oltre 15.000 km e 19 milioni di passi !
Pieroad è appena entrato nella storia.
Il viaggio come cambiamento
Durante la live, sono state tantissime le domande fatte. Pieroad ci ha regalato delle risposte meravigliose. I luoghi più belli visitati, le persone incontrate durante il cammino, i cibi più strani, il piacere di cucinare per gli altri.
Certamente manca l’Italia, soprattutto il cibo, manca la famiglia, questo è ovvio. Però non si può avere tutto e dopo un pò ci si abitua.
Una domanda tra tutte mi ha davvero colpito. Riguardava il cambiamento. Come è cambiato Nicolò come persona, ma soprattutto a livello mentale e di pensiero.
Chiunque affronta un viaggio del genere inizia a dare il giusto peso alle cose. A prendere la vita con filosofia. Ad accettare gli eventi che accadono. Non hai più tempo per arrabbiarti. Non hai più tempo per cercare scuse. Sei da solo. Tutte le azioni dipendono da te. Inizi a sprecare meno energie per emozioni negative. Non c’è nessuno che ti tira su il morale o ti consola, devi imparare a superare l’ostacolo da solo.
E poi l’arte di arrangiarsi, anche nelle piccole cose. Dal riparare le ruote di Ezio a capire come occupare il tempo, dove dormire, in quale zona delle città stare. L’arte di sbrigarsela da soli.
Cosa significa attraversare un deserto
Avete mai attraversato un deserto a piedi? Io mai. Nemmeno nella mia immaginazione.
Pieroad ha già attraversato tre deserti, allargando ogni volta la sua zona di comfort.
Ma cosa significa attraversare un deserto?
La parola più importante è la preparazione. Non ha nessun senso partire all’avventura. E’ molto pericoloso. Bisogna studiare bene il percorso, i punti di rifornimento, le strade, le distanze, le temperature e anche le ore di luce.
Per attraversare un deserto bisogna studiare.
Dopo la partenza inizia la parte mentale. Ti rendi subito conto che non arrivi mai in un posto, in un luogo. Arrivi al massimo ad un numero. E attorno a te è sempre deserto.
Lo immaginate?
Passare da un numero all’altro. Questo ti aliena un po ‘, dice Pieroad , ti spinge ancora di più dentro il deserto. Un luogo senza connessioni, senza distrazioni, totalmente scollegato dal mondo. Hai l’intera giornata per pensare. Sei in completa connessione con te stesso. Iniziano a venir fuori delle emozioni, dei pensieri che magari stavano nascosti dentro di te, che magari ignoravi. E inizia un confronto con loro.
Il viaggio continua
Questa lunga chiacchierata con Pieroad mi suscitato delle emozioni profonde. Uniche. Delle emozioni che solo un viaggio del genere può generare. La vita è fatta di energie, di vibrazioni, così come sono energia e vibrazione tutte le persone che incontri durante il tuo cammino. Ed io sono strafelice di aver conosciuto Pieroad nel corso della mia vita.
Ma l’emozione ancora più grande è che questo meraviglioso viaggio non è ancora finito. Ci regalerà tantissime altre emozioni. Buon cammino Nicolò e buona Australia.
