Si dice che l’India o la ami o la odi, a noi è rimasta nel cuore forse proprio per la sua complessità e per le sue contraddizioni.

Luglio 2016, la destinazione l’abbiamo scelta un pò per caso. Come al solito ci siamo ridotti all’ultimo per definire la meta estiva e tutti i biglietti aerei costavano già cifre inavvicinabili. Sentivo Giorgia, un’amica. Proponeva di andare con lei e il suo compagno in India.

Non ero convinta che l’India facesse per me, era una terra che non sentivo in linea con la mia idea di viaggio. Pensavo alle difficoltà legate al diversissimo stile di vita, a tutte le spose bambine, ma pensavo anche alle mille volte in cui le nostre strade sono
invase dalla spazzatura, alla nostra criminalità. Insomma non possiamo certo permetterci di giudicare gli altri Paesi. Così siamo partiti e a differenza di quello che potreste pensare, abbiamo deciso di evitare ricchi e lussuosi hotel prediligendo uno stile di viaggio più semplice. Prevalentemente guesthouse come alloggi e treni per gli spostamenti.

Anche l’itinerario non è stato il classico. Abbiamo evitato le rotte turistiche del Nord, dal Rajasthan a Varanasi o addirittura fino a Calcutta (anche se credo siano posti meravigliosi e un giorno vorremmo andarci). Abbiamo deciso, in parte, di seguire le orme dello scrittore Gregory David Roberts, protagonista di uno dei libri considerati tra i più belli in assoluto, Shantaram.  Partivamo, quindi, con un volo da Milano diretto a Mumbai, ufficialmente Bombay fino al 1995, la capitale dello stato del Maharashtra. Con una popolazione stimata di circa 13 milioni di abitanti e con i suoi oltre 30mila abitanti per km² è la prima città per densità di popolazione al mondo oltre ad essere la capitale commerciale e dell’intrattenimento dell’India.

La città di Mumbai può essere visitata tutto l’anno perché è caratterizzata dal clima tropicale. La temperatura media annuale è intorno ai 27 °C. e non subisce importanti cambiamenti durante l’anno. Pensate che il mese più freddo è Gennaio, con una media di 24 °C.
La stagione dei monsoni (chaturmas, o “quattro mesi”) normalmente va dall’inizio di Giugno alla fine di Settembre.

Noi, come detto, siamo andati a Luglio e anche se abbiamo preso qualche pioggia non è stato nulla di drammatico. Amici che hanno vissuto a Mumbai mi raccontavano di aver assistito a monsoni che hanno portato ad allagamenti della città con l’acqua fino alle ginocchia e, credetemi, non deve essere stato molto bello considerando le condizioni igieniche delle strade. Quindi
consiglio di procurarsi, eventualmente in loco, stivali in gomma. Chiaramente vedrete invece molti indiani camminare scalzi o con semplici ciabatte.

Quello che ci ha colpito dell’India non sono solo le cose che abbiamo visto ma proprio lo stato d’animo con cui abbiamo affrontato
questa esperienza. Si dice che l’India o la ami o la odi, a noi è rimasta nel cuore forse proprio per la sua complessità e per le sue contraddizioni.

A Mumbai abbiamo visitato diverse cose come il Gate of India che rappresenta l’accesso alla città e che è situato in una piazza molto grande, superaffollata sia da indiani sia da turisti e che accoglie il famosissimo e lussuosissimo hotel Taj Mahal, assai frequentato anche dai ricchi locali. La hall dell’albergo e i suoi negozi sono visitabili e rendono così ancora più smaccata, se possibile, la disparità di
condizioni tra le élite e la maggioranza della popolazione che vi aspetterà una volta tornati fuori.

india hotel taj mahal raccontami un viaggio

Abbiamo visitato i giardini cittadini, Marine Drive fino a Nariman point, la casa museo di Gandhi.

Ma le cose che ci sono rimaste maggiormente impresse sono state gli slum, i mercati e la cucina. Lo slum di Dharavi a Bombay ha fama di essere il più grande dell’India, se non del mondo. Al suo interno vivono circa un milione di persone. Per poter accedere è necessario affidarsi ad una guida locale, vi consiglio fortemente “Be the local”, noi ci siamo trovati benissimo. La guida, per accedere agli slum, è essenziale per due ragioni: riuscirà a spiegarvi l’apparente guazzabuglio caotico di vite che vi si parerà davanti e sarà inoltre il passaporto che vi permetterà di passare in sicurezza in un dedalo di vicoli in cui altrimenti vi perdereste immediatamente.

L’esperienza all’interno dello slum non è facile, qualcuno le ha definite un non luogo. Io potrei definirle degli assembramenti umani dove si vive in condizioni igienico sanitarie al di sotto del minimo accettabile per noi occidentali. Si pensi che mancano servizi indispensabili come la fornitura dell’acqua potabile, lo smaltimento delle acque reflue e così via.

Mi rendo conto che così detto scoraggerebbe chiunque a visitarle, ma io invece le consiglio fortemente. Grazie alla guida, infatti, abbiamo scoperto come siamo profondamente interconnessi a quelle persone. Migliaia di lavoratori in quelle baraccopoli lavorano, per poche rupie al giorno, beni che verranno venduti nei nostri negozi puliti e ordinati a migliaia e migliaia di km di distanza.

All’interno infatti vedrete minuscole stanze in cui ci sono fino a 30 persone o che cuciono i jeans che noi indosseremo in Italia o in America, o con forni accesi con temperature inumane per tingere camicie. Persone inginocchiate tutte il giorno per guadagnare una misera paga. Abbiamo provato ad entrare in alcune di quelle stanze, ma ti manca l’aria, l’odore chimico è insopportabile e non ci sono finestre, la luce è fioca. E così ancora tante altre piccole realtà industriali che fanno girare l’economia del mondo intero. Ti sposti all’interno dello slum facendo attenzione a dove metti i piedi, magari coprendoti naso e bocca per non respirare gli “odori” che
milioni di persone in quegli slum devono respirare tutti i giorni. E poi ci sono i bambini che lì ci giocano, perché sempre bambini sono e hanno la stessa voglia dei nostri di giocare. Ma non ci sono alberi, non c’è vegetazione che possa ripararli dal sole cocente o
che possa purificare l’aria che respirano o che semplicemente possa riportare un po’ di natura in quel labirinto di edifici approssimativi.

Loro però sembrano felici, abbiamo visto un’umanità indaffarata, allegra e incuriosita dall’insolito passaggio di quattro occidentali. Assurdo a dirsi, ma all’interno degli slum ci sono anche milionari che pur di non perdere il loro status e poter non pagare le tasse restano a vivere lì.

Ma l’India non è solo questo. L’India è il colore dei bellissimi sari o delle magnifiche spezie che troverete all’interno dei mercati o della buonissima cucina locale.

india bimbi raccontami un viaggio
india pane naan raccontami un viaggio

L’esperienza all’interno dei mercati sarà altrettanto forte come nello slum. Vi addentrerete tra bancarelle di cibo, animali (vivi e non), spezie e in un turbinio di suoni e odori talmente intensi che talvolta non riuscirete a sopportarli.
Tra i posti dove andare a mangiare invece c’è il famosissimo Leopold, super citato nel libro Shantaram, che offre il piano terra per il pranzo o la cena mentre il piano rialzato (bisogna chiederlo per poterci accedere) per la notte, si può bere e c’è della musica. Oltre al Leopold c’è il café Mondegar, molto più moderno e occidentalizzato ma con cucina sempre indiana. Le strade offrono continue occasioni per assaggiare piatti a noi insoliti e affascinanti, ma purtroppo per il buon proseguimento del viaggio, è sconsigliabile comprare cibo o bevande da bancarelle o venditori di strada…Il nostro corpo non è abituato, siamo deboli rispetto a loro!

Le bancarelle che affollano le strade di Mumbai non vendono solo cibo ma davvero qualsiasi cosa e di notte diventano i letti dei loro proprietari. Vedrete però, anche migliaia di persone dormire direttamente a terra, ci farete presto l’abitudine, purtroppo, e spesso non troverete solo singole persone, ma intere famiglie. Per strada c’è libera circolazione anche per mucche, capre e una
miriade di topi, quindi fate attenzione a dove mettete i piedi.

Sempre da Mumbai abbiamo visitato anche Elephanta Island. Un’isola raggiungibile con il traghetto. Le Caverne sono una rete di grotte dalle pareti scolpite. ll primo blocco è composto da cinque grotte indù, il secondo, da due grotte buddiste. Le grotte indù contengono diverse sculture in pietra e rappresentano il simbolismo religioso e spirituale della setta indù Shaiva, dedicata al dio Shiva.

india shiva raccontami un viaggio

Un’altra cosa da non perdere è la moschea di Haji Ali, la principale moschea della città. Situata su un’isoletta della baia di Mumbai, accessibile dalla terraferma solo durante le basse maree. La moschea contiene anche la tomba (dargah) del santo musulmano Sayed Pīr Haji Ali Shah Bukhari. Rimarrete stupiti dalla quantità di persone che vengono in questo luogo.

Ultima cosa da non perdere: le lavanderie a cielo aperto che si occupano della biancheria di tutti gli hotel della città.

india haji ali raccontami un viaggio
india lavanderia raccontami un viaggio

Dopo 4 giorni a Mumbai abbiamo preso un volo diretto ad Aurangabad per visitare le grotte di Ajanta. La città è a prevalenza musulmana, quindi la mattina e la sera sentirete i canti del muezzin. Qui in città troverete anche Bibi Ka Maqbara una sorta di mini Taj Mahal. Le grotte di Ajanta del Maharashtra, sono monumenti scavati nella roccia. Risalgono al II secolo a.C. e contengono dipinti e sculture considerati fondamentali per l’arte religiosa buddhista. Dal 1983 sono patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Se riuscite vedete anche quelle di Ellora. Attenzione però, all’arrivo sarete completamente assaliti dai mercanti che cercheranno di portarvi nei loro bazar per vendervi i loro souvenir. Non è molto piacevole, ve ne renderete conto.

india passaggio raccontami un viaggio

Dopo Aurangabad abbiamo preso un altro volo diretto a Delhi. Anche qui ci siamo affidati ad una guida locale che ci ha fatto provare l’esperienza dei diversi mezzi di locomozione disponibili. A partire da nostri piedi, passando per i tuk tuk fino alla
metropolitana. Per tutto il tempo in cui sarete a bordo di un tuk tuk avrete il timore di scontrarvi con qualsiasi mezzo che vi taglierà la strada, perché credetemi ce ne saranno tanti e scenderete assordati dal rumore dei loro clacson. Sarà comunque un’esperienza da non perdere. Per accedere alla metropolitana, invece, supererete i metal detector, ma nonostante il numero
elevatissimo di persone l’accesso è molto rapido. Ci sono anche carrozze riservate alle donne e la salita è ordinata.

A Delhi abbiamo visitato la città vecchia e la nuova. Sarà meraviglioso perdersi nelle sue stradine.

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Delhi è il posto dove abbiamo scelto l’albergo migliore ma in realtà era il peggiore, vi risparmio i dettagli. Le guesthouse invece, per quanto essenziali, erano molto pulite. Ricordate che nelle guesthouse, così come in tanti templi, dovrete togliervi le scarpe prima di entrare, quindi vai di calzini a volontà da cambiare spesso!

La cosa più affascinante di vecchia Delhi è la capacità di far convivere tante religioni diverse. Troverete diversi luoghi sacri appartenenti a culti differenti tra loro, indù, sikh, musulmano, cristiano, ecc. Visitatene almeno uno per ogni religione perché sono luoghi di grande fascino.

Da Delhi abbiamo poi preso un biglietto in prima classe sul treno veloce (due ore e mezzo) e confortevole per raggiungere Agra, nell’Uttar Pradesh sulle rive del fiume Yamuna. Agra è meta per milioni di turisti da tutto il mondo che vi si recano per ammirare le rovine della fortezza di arenaria rossa costruita dagli imperatori mughal e, soprattutto, per visitare una delle sette meraviglie del mondo moderno: il Taj Mahal. Il mausoleo edificato dall’Imperatore Shāh Jahān in memoria della moglie scomparsa Mumtaz Mahal e che dal 1983 è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO.

È qualcosa che vi lascerà senza fiato.

india mumtaz mahal raccontami un viaggio

All’interno di Agra ci siamo spostati con un tuk tuk. Attenzione alle negoziazioni, assicuratevi che abbiano capito quanto volete spendere e dove vi devono portare. Il nostro ci ha portato a vedere il Taj Mahal dalle sponde opposte del fiume. Abbiamo goduto di una magnifica vista.

L’ultimo volo all’interno dell’india è stato quello per raggiungere il Kerala, nel profondo Sud. Quando arriverete vi sembrerà di essere in Svizzera per la pulizia delle strade in contrasto con il nord. Nel Kerala ci si rilassa, si può godere di spettacoli di danza indiana o perdersi tra le stradine di Cochin e sicuramente fare un giro in barca sulle backwater.

india barcaiolo raccontami un viaggio
india donna raccontami un viaggio

Un pò di consigli prima di partire:
Fate i vaccini necessari: tifo, antitetanica, epatite, malaria. Noi siamo andati a luglio, periodo di monsoni, ma come ho detto all’inizio non abbiamo avuto particolari problemi.

In questo periodo però potrebbero esserci più zanzare per cui a noi avevano consigliato di portare il biokill sia per disinfettare gli alloggi sia da spruzzare la sera sui vestiti che avremmo indossato l’indomani. Fate anche una cura preventiva per il benessere del vostro intestino che potrebbe risentirne. Arrivati all’aeroporto vi stupirete della pulizia impeccabile dei bagni, ma usciti dall’aeroporto non sarà più così. Spesso al posto dello sciacquone troverete signore che si occuperanno della loro pulizia dopo che sarete usciti.
Non bevete mai direttamente dai bicchieri. Non usate l’acqua corrente per lavarvi i denti e ricordate sempre di non farvi mettere il ghiaccio nei bicchieri. Magari è fin troppo ma meglio godersi il tempo del viaggio per esplorare che facendo altro 😉

Prossima volta in India, perché ci sarà una prossima volta, faremo anche un pò di meditazione.

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