1° Giorno in Oman: Muscat e il Suq
Incontravamo i ragazzi alle 8.30 presso l’area della Turkish Airlines. Era la prima volta che viaggiavamo con un gruppo di sconosciuti e non vi nego che ero un po’ emozionato. Dopo i normali convenevoli di presentazione ci recavamo al gate del volo per Istanbul dove partivamo in perfetto orario.
Facevamo scalo nella capitale turca per oltre tre ore. Al gate per Muscat conoscevamo il resto della ciurma e scoprivamo quasi per caso che con i ragazzi che vivevano a Milano avevamo anche delle amicizie in comune. Nel tardo pomeriggio sedici viaggiatori partivano alla volta dell’Oman, perla indiscussa della penisola arabica.
L’arrivo a Muscat fu subito sorprendente per l’eleganza dell’aeroporto e per la piacevole temperatura esterna. Venti gradi all’una di notte e alla fine di Dicembre era qualcosa di veramente magnifico. Con un simpaticissimo pulmino, che poi ci avrebbe accompagnato per tutta la settimana, arrivavamo in hotel, un veloce drink di benvenuto e crollavamo in un sonno profondo.
Qualche ora dopo ci ritrovavamo nella sala colazione, pronti a goderci la capitale, prima dell’appuntamento delle ore 15.00 decidevamo di pranzare in un ristorantino indiano nelle vicinanze dell’hotel. Non c’era tantissima scelta, eravamo nel quartiere indiano e il pollo alla zenzero era una delle migliori pietanze, anche il pane ci aveva stupiti, è vero forse un po piccante, ma il benvenuto a tavola poteva assolutamente andare peggio.
Visitavamo la città antica e il museo della tradizione omanita. Scoprivamo che il Paese un tempo era grandissimo e si estendeva da oriente a occidente, oggi invece si divide in undici differenti regioni e custodisce dentro aree desertiche, di montagna e di mare in un susseguirsi di splendidi colori.
Davanti il palazzo del Sultano Qaboos iniziavamo a scattare qualche fotografia e a capire l’importanza di questa figura per il popolo. Da quando quest’ultimo prese il potere nel 1970 l’Oman iniziò un costante periodo di crescita economica e sociale, oltre ad essere un Paese sicuro e meraviglioso.
La terza tappa della giornata ci vedeva catapultati nel fantastico Suq della capitale. Il mercato è un susseguirsi di immagini e colori, di profumi di spezie e di incenso, di centinaia di prodotti di artigianato, di argento e di monili e di negozi che vendevano la Kuma, il classico cappello omanita.
Dopo svariati assaggi di te, zenzero e datteri, concludevamo la sera con un’ottima cena a base di pesce, prima di rientrare stanchissimi in hotel, il viaggio in Oman era appena iniziato.





2° Giorno in Oman: La Grande Moschea e Wadi al Shab
La sveglia suonava alle 6.30 del mattino, alle 8.00 tutti riuniti in reception. L’ultima tappa della capitale è stata la grande moschea del sultano. Arrivare per l’apertura è stata la scelta più azzeccata, si percepiva perfettamente la sacralità del posto. Tutti rigorosamente scalzi e le donne con il velo, visitavamo questo luogo carico di storia.
Marmi pulitissimi e luccicanti, forme architettoniche arabegianti, mosaici, fontane e prati fioriti, la sala delle preghiera ci lasciava praticamente senza fiato, un enorme tappeto persiano, forse il più grande del mondo, ma soprattutto il gigantesco lampadario di Swarovski che ornava la cupola d’oro alta oltre trenta metri. Prima di lasciare questo magnifico tempio, solito caffè omanita, te allo zenzero e datteri.





Tre ore di marcia ci separavano dal Wadi al Shab, una pittoresca insenatura tra le montagne dove era possibile fare il bagno in un acqua sorgiva tiepida e cristallina.
Durante il trekking di circa quaranta minuti con i ragazzi si parlava del più e del meno, si scattavano fotografie e si cercavano similitudini su altri luoghi del mondo già visitati. La vista della piscina naturale ci faceva tornare bambini, solo in cinque su sedici facemmo il bagno per oltre un’ora, attraversando tutto il canyon fino all’ultima pittoresca grotta dove potevamo ammirare una piccola cascata.
Non vi nego di essere stato fiero di questo meraviglioso bagno, anche se il ritorno è stato senza sole e l’indomani un terribile raffreddore mi colpiva all’ improvviso, oltre a quattro buffe cadute tra gli scogli scivolosi.


3° Giorno in Oman: Wadi Bani Khalid e il Capodanno nel deserto
La sveglia alle 6.30 era ormai diventata una normalità, alle 7.30 eravamo già tutti sopra il piccolo pulmino, dovevamo raggiungere il deserto. Prima di lasciare il Sur visitavamo una storica fabbrica di antiche imbarcazioni omanite.
Durante i tanti chilometri percorsi, la musica araba mi faceva cadere in un sonno profondo e rilassante. Si parlava, si dormiva, si parlava nuovamente. Ogni tanto Saber (la nostra guida) si fermava a comprare l’acqua per il gruppo e ci offriva il solito tè con in latte. Raggiungevamo l’area desertica due ore dopo. Lasciavamo il pulmino per prendere le Jeep, prima di addentrarci il programma prevedeva qualche ora al Wadi Bani Khalid, un’altra oasi a circa venticinque minuti dal deserto, l’acqua era pulita, ma causa il raffreddore preso il giorno precedente, decisi di non fare il bagno.
Mi potevo consolare grazie ad un piacevole sole di Dicembre, alla natura circostante ed ad un buonissimo pranzo a base di pollo, riso e patatine, oltre all’ immancabile pane.
Dopo pranzo, finalmente, iniziavamo ad addentraci all’interno del Wahdiba Sands, il magnifico deserto dell’Oman.
Le Jeep sfrecciavano impavide attraverso le dune dal colore quasi arancione, ogni settimana il vento cambia quasi radicalmente le sue forme, ero senza fiato, troppo bello ed affascinate.
Dopo un trentina di minuti di marcia arrivavamo in prossimità del camping, una beduina ci accoglieva nella sua casa per offrirci datteri e caffè e per illustrarci le proprie lavorazioni. Il tempo di posare le valigie al camping e ritornavamo sulle Jeep per ammirare il tramonto sulle dune.
Inutile affermare che è stata una delle esperienze più belle della mia vita, i colori erano stupendi e la pace che ci circondava qualcosa di poco immaginabile. Passavamo la serata nella pagoda principale del camping, mangiando l’agnello cotto sotto terra e ascoltando la musica locale. Dopo cena fumavamo la shisha e ci buttavamo tra i balli dei beduini sotto un meraviglioso cielo stellato, il nuovo anno era appena arrivato, è stata una meravigliosa esperienza di vita.









4° e 5° Giorno in Oman: Nizwa, il Suq e i castelli persiani
Ci svegliavamo alla cinque in punto del mattino, la nostra intenzione era quella di vedere l’alba, ma il sogno andava velocemente in frantumi a causa di una nebbia fittissima. Qualche temerario decise lo stesso di uscire dal camping e di scalare la duna difronte, non si vedeva completamente nulla, noi da buoni temerari decidemmo di ritornare a letto, anche se alle 6.30 eravamo già pronti per fare colazione.
Lasciavamo il deserto con un forte nodo alla gola, è stata un’esperienza indimenticabile, forse potevamo rimanere una mezza giornata in più, ma il viaggio proseguiva spedito ed eccitante in direzione Nizwa.
Era l’antica capitale omanita, la sua vecchia moschea è stata un grande centro di cultura islamica, ma la cittadina è famosa per il suo mercato e per una importante coltivazione di datteri.
Ci addentravamo al Suq ad un’ora dalla chiusura, non avevamo tanto tempo, ma nonostante tutto siamo riusciti a scattare qualche fotografia e ad ammirare i meravigliosi colori delle spezie e dei prodotti.
Compravamo anelli e qualche altro piccolo oggetto di artigianato locale, i prezzi erano competitivi rispetto al Suq di Muscat, ogni tanto assaggiavamo varie tipologie di datteri accompagnati dal solito the, mangiavamo lo zenzero e ci facevamo avvolgere dal profumo dell’incenso.
Rientravamo in pullman all’ora del tramonto, un’altra giornata era praticamente volata, sognando e ammirando terre diverse e lontane, chiedevamo espressamente di mangiare un kebab prima di rientrare in hotel, richiesta piacevolmente soddisfatta grazie ad un grazioso ristorantino turco che trovammo per strada, arrivati in camera crollai in un sonno profondo.
La mattina seguente prima di lasciare Nizwa visitavamo la fortezza, costruita nel XVIII secolo e famosa per l’imponente torre circolare, gli interni erano magicamente arabeggianti con i soliti dettagli persiani.
Il quinto giorno è stato un susseguirsi di castelli e antichi villaggi, Al Hamra e Bait Al Safa sono famosi per le loro case di fango e i vicoletti stretti abbarbicati ad una montagna, offrono scorci meravigliosi e ti spiegano perfettamente l’antica vita omanita lontano dalla capitale e dalle grandi città, dove le merci passavano fin dai tempi antichi.






6° giorno in Oman: Nakhal e il rientro a Muscat
Si stava delineando un viaggio bellissimo, pieno di emozioni, di colori, di cultura.
Dopo colazione partivamo alla volta della regione di Batinah, una delle coste più fertili del paese. Intorno alle undici ci fermavamo al mercato del pesce di Barkha dove potevamo ammirare uno scorcio di vita locale, condito con delle immagini e dei colori davvero particolari. Scattavamo affascinanti fotografia tra le bancarelle del pesce ed assistevamo ad una pittoresca asta tra gli uomini più anziani della comunità.
La seconda tappa della giornata prevedeva una sosta a Nakhal, famosa cittadina circondata da un enorme palmeto, ma soprattutto sovrastata da una magnifica fortezza costruita nel XVI sec. su uno sperone di roccia, proprietà dell’ Imam della dinastia Bani Kharous e impreziosita da centinaia di dettagli persiani, sia esterni che interni, favolosa chicca del sultanato.
Per pranzo ci ritrovavamo a mangiare nelle vicine pozze di acqua calda di Ain-Towhara, anche questa volta decisi di non fare il bagno, ma semplicemente di godermi il sole e la pace che si respirava in quel posto al dir poco speciale.
Nel pomeriggio rientravamo verso Muscat e il programma prevedeva qualche ora di relax lungo la spiaggia, decidevamo di fare una bella passeggiata e di prendere un po di sole.




Il paradosso di ogni viaggio meraviglioso prevede di pensare già al prossimo mentre ancora stai scrivendo quello in corso, con i ragazzi, lungo la spiaggia, parlavamo già di mete future, mentre il sole tramontava dietro la magnifica costa della perla araba.