“Ho lottato contro la dominazione bianca, e ho lottato contro la dominazione nera. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera, in cui tutte le persone vivono insieme in armonia e con pari opportunità. È un ideale che spero di vivere e realizzare. Tuttavia, se necessario, è un ideale per cui sono disposto a morire”
Nelson Mandela
Cape Town e la sua penisola
Inizio a scrivere questa storia proprio a bordo del volo che da Istanbul ci stava portando a Cape Town. Ormai il desiderio di vedere il tramonto dalla Table Mountain era svanito già undici ore prima, quando dal tabellone leggevamo ben quattro ore di ritardo. Considerando che in Sudafrica è inverno e alle 18.00 è già buio pesto, il nostro primo giorno prevedeva solo due ore di luce. In più sonno, stanchezza e voglia di una fantastica doccia, ma questa è un’altra storia. La cosa più importante è sapere che sedici nomadi moderni stavano per iniziare un magnifico viaggio in Sudafrica, tra la gente e la natura.
Atterravamo a Città del Capo intorno le quattro del pomeriggio, nel cielo si intravedeva una leggera foschia. Giusto il tempo di cambiare qualche banconota e di conoscere “G” la nostra guida sudafricana. Non lo so come ci farà vivere questo viaggio, ma una cosa è certa, un dirompente sorriso è stampato in faccia.
Passavamo la prima serata nel caratteristico Marcos’s Africa place che nell’ordine ci offriva, arredamento africano, un mix di cucina locale ed internazionale (con i ragazzi si decideva di provare l’antilope, lo struzzo e il coccodrillo) e una musica molto coinvolgente.
Alle undici si cadeva in un sonno profondo, la sveglia era già fissata per le 6.30, mica male!
Il tragitto che da Cape Town ci portava a Chapman’s Peak è stato un susseguirsi di incantevoli paesaggi, di maestose scogliere a strapiombo sull’oceano che a sua volta ci regalava delle onde dirompenti.
Raggiungevamo la punta della penisola intorno alle 11. Dal faro la vista del Capo di Buona speranza è qualcosa di sensazionale. Considerando il tempo a disposizione decidevamo di prendere la funiculare per scattare qualche fotografia dall’alto. Un cartello indicava di prestare parecchia attenzione ai babbuini che si aggiravano per strada, soprattutto di non mettere in vista cibo, causa di divertenti furti. La vista è sensazionale.
Raggiungevamo la punta della penisola intorno le undici. Dal faro la vista del Capo di Buona speranza è qualcosa di sensazionale. Considerando il poco tempo a disposizione decidevamo di prendere la funiculare per scattare qualche fotografia dall’alto. Un cartello indicava di prestare attenzione ai babbuini che si aggiravano per strada, soprattutto di non mettere in vista cibo, causa di divertenti furti. La vista è unica.

A Hout bay siamo riusciti a scattare una fotografia con un simpatico leone marino, anche se i veri protagonisti della giornata sono stati altri simpatici amici.
Nella meravigliosa spiaggia di Boulders beach, nella cittadina di Simon Town, vive spensierata una colonia di circa tremila pinguini africani. Arrivati nel 1983 dall’oceano e da allora non se ne sono più andati. Sono dolcissimi amici che colorano e animano la spiaggia, nuotano e si nutrono di pesci dalle piccole dimensioni e si addormentano sotto gli alberi. Purtroppo però negli ultimi dieci anni il numero è clamorosamente calato, è una razza in serio pericolo! Tutto a causa dell’uomo che ha “saccheggiato”, con la pesca commerciale, le acque dell’oceano meridionale, riducendo il cibo a loro disposizione. Sono davvero meravigliosi!





Nel primo pomeriggio rientravamo verso Cape Town, lungo la strada riuscivamo a convincere la guida a scattare alcune fotografie alle pittoresche cabine colorate di Muizenberg beach, famosa spiaggia per surfisti. La storia di queste case colorate è da ricercare nella turbolenta storia sudafricana e nell’eterna lotta tra bianchi e neri. Colore segno indelebile di libertà.

Prima di rientrare in hotel riuscivamo a passeggiare per circa un’oretta all’interno dell’orto botanico con oltre settemila specie diverse tra piante e animali. Monia mi ha appena rimproverato, è quasi mezzanotte ed io sto ancora scrivendo. La sveglia è sempre alle 6.30, forse è ora di andare a dormire.
Il terzo giorno ancora Cape Town, questa volta andiamo in giro per la città. Ripercorriamo tutta la storia attraverso le strade, le statue, i palazzi e le piazze. Dalla colonizzazione olandese e il periodo della schiavitù fino alla guerra con l’Inghilterra. Dalla scoperta dei ricchi giacimenti di diamanti fino al periodo dell’apartheid e il grande personaggio di Nelson Mandela. La turbolente storia della città e del Sudafrica in generale trova nel quartiere di Bo-Kaap un classico esempio di ricerca di libertà. E’ un pittoresco insieme di case colorate dai tetti bassi. Luogo delle prime rivendicazioni da parte degli schiavi liberati. Noi esprimevamo la nostra libertà e la curiosità nei confronti di questo quartiere così.








Nel pomeriggio ci addentravamo nell’entroterra risalendo l’altopiano. Raggiungiamo un’eccellente zona di vini dal bellissimo paesaggio. Si susseguono vitigni e cantine. A Stellenbosch visitiamo il caratteristico Village Museum per assaporare ancora più da vicino la storia locale. Alle 16.00 ci ritrovavamo seduti per una piacevolissima degustazione di vini e cioccolato, tutti sapientemente scelti ed accoppiati. Il primo bianco, un 100% Sauvignon, ha riscosso un grande successo così da comprarne sei bottiglie per cena.
Da Stellenbosch a Oudtshoorn attraversando Il Klein Karoo
Lasciamo le belle colline di Stellenbosch in direzione Oudtshoorn. Percorrendo la panoramica Route 62 ci addentriamo all’interno del Klein Karoo. E’ la zona semidesertica del Sudafrica, la vegetazione cambia repentinamente da alberi più rigogliosi ad arbusti via via più piccoli. Il colore della terra si avvicina al rossiccio mentre il cielo è di un bellissimo azzurro terso.
Arriviamo ad Oudtshoorn nel pomeriggio, dopo una breve passeggiata ed una doccia, decidevamo di cenare nel caratteristico The Black Swan. Locale curato in ogni dettaglio e piacevole musica anni trenta come sottofondo. Questa volta preferisco mangiare dei piatti di pesce con un calice di vino bianco.
Alle 6.30 nuovamente in piedi per un’altra infinita giornata. Ad appena quaranta minuti di strada dal camping si trovavano le Cango Caves. Sono delle meravigliose grotte formatosi milioni di anni fa dall’incredibile lavoro dei terremoti e dei fiumi sotterranei. Il fango si mescola meticolosamente con i minerali creando un bellissimo mix di colori.

Per chi non lo sapesse Oudtshoorn è la capitale mondiale degli struzzi, quindi era impossibile non visitare una farm per conoscere meglio questi meravigliosi esemplari. La nostra curiosità accresceva sempre di più quando la guida ci spiegava l’impatto per l’economia locale, soprattutto per la carne e per le piume. Inoltre veniamo a conoscenza che il maschio è molto più pregiato della femmina. E’ stato davvero divertente essere abbracciato da uno struzzo femmina e ancor di più dar da mangiare ad un gruppo molto affamato.
Fino allo Tsitsikamma passando per la Garden Route
Passando per l’Outeniqua Pass lasciavamo la zona arida del Karoo per ritornare verso il mare e riprendere la Garden Route. Siamo a 54 km da Knysna e sono le 13.40, la giornata sembra infinita. Ci fermiamo per una breve passeggiata al porto e beviamo una fresca birra fronte mare.
In serata arriviamo al Tube’n Axe Lodge, a Storm River, proprio a qualche chilometro dallo Tsitsikamma National Park. Le casette dove passeremo due notti sono letteralmente immerse nella natura. Lo sbalzo termico tra il giorno e la notte è notevole. Per cena mangiavamo il Bobotie, un tipico piatto sudafricano a base di carne speziata con una copertura di uova. Si concludeva una lunghissima giornata sotto il cielo dell’Africa.

Con quest’ultima immagine concludo questo mio viaggio in Sudafrica. Purtroppo all’interno dello Tsitsikamma e precisamente subito dopo il meraviglioso ponte sospeso sono scivolato accidentalmente e mi sono parecchio fatto male al braccio sinistro. Ho dovuto con molto dispiacere lasciare il gruppo e rientrare in Italia.Il viaggio era giunto a metà, l’itinerario prevedeva un safari all’Addo elephant national park tra elefanti, giraffe e felini, la visita di Plettenberg Bay e l’avvistamento delle balene ad Hermanus.
Che dire, sono stato solo otto giorni in Sudafrica, ma la bellezza dei posti che ho visto mi hanno portato a raccontarvi lo stesso le emozioni che abbiamo vissuto. Magari un giorno ci ritorneremo, perchè no… e tra un desiderio e l’altro solo una cosa rimane certa, continuerò a viaggiare.
In fondo nell’anima sono, un nomade moderno.
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